Quanto sto per raccontarvi è successo a me 32 anni fa…
Un angelo custode ha viaggiato con me e mio figlio Marco in macchina…Quelli erano gli anni in cui il lavoro non mancava, ma se ti venivano a mancare le 200 mila lire per l’asilo nido finivi al verde prima del fine mese, giorno di paga.
Io e mia moglie lavoravamo entrambi e ce la facevamo, ma il nostro bimbo di due anni lo doveva tenere la nonna, mia madre.
Si iniziava il lavoro al mattino presto e quindi di buonora avvolgevo il mio piccolo in una bella coperta di lana, me lo sedevo a fianco sulla mia «Fiat 127» e lo portavo da mia madre che abitava a poche centinaia di metri da casa mia. Per arrivarci bisognava attraversare lo «stradone», così si chiamava e cosi ancora oggi chiamiamo la statale che attraversa la Valle di Susa. Allora non c’era ancora l’autostrada e la statale era invasa dai tir… le auto non avevano il seggiolino per i bambini, né gli appoggiatesta e neanche le cinture o perlomeno non erano obbligatorie, ma questo c’entra poco con questa storia.
Quella mattina ero in ritardo e arrivato di fretta all’incrocio della statale mi beccai pure il rosso… caspita! Incavolato attesi con trepidazione il verde e come scattò innescai la prima e accelerai nervosamente! In quello stesso istante sentii solo un rumore assordate ed una montagna mi sfrecciò davanti a gran velocità mentre con mia gran meraviglia mi resi conto che la mia macchina non s’era mossa!… mi si era imballata, accelerando di brutto con mia grande arrabbiatura avevo «sfollato»! Non so cosa sia successo ma la leva delle marce si era disinnestata come se «Qualcosa» l’avesse spinta in folle proprio mentre schiacciavo con foga il pedale dell’acceleratore!… e quella montagna era un Tir, enorme, che non aveva rispettato il rosso e ci avrebbe sicuramente schiacciato se malauguratamente la macchina fosse partita… ne fui scioccato, mi ricordo che mi tremavano ancora le gambe quando consegnai il mio bimbo a mia madre. Un fremito di felicità mi sfiora oggi, a distanza di 32 anni da quella mattina, tutte le volte che lo vedo arrivare a casa, il mio “ingegnerino” con il suo angelo di soli tre anni: Agata, la mia splendida nipotina! Già, proprio così: quell’Angelo Custode mi ha fatto nonno!
Antonio C.
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